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    Seejeh
    Il Seejeh è un gioco egiziano per due giocatori molto antico, le cui origini sono incerte, e che tuttavia nel corso del XIX sec. veniva ancora giocato dai beduini, i nomadi del deserto, pertanto le regole sono note.
     
    Scopo del gioco: Lo scopo del gioco è eliminare tutti i pezzi dell'avversario. Il giocatore i cui pezzi vengono eliminati perde la partita e l'avversario è il vincitore.
    Il giocatore vince quando lascia l’avversario con 1 sola pedina o, in caso di stallo (cioè quando nessuno dei due giocatori riesce più a fare una mossa), chi ha in campo più pedine.
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    €55

    Gioco Egizio

    Numero di giocatori:
    Durata: 30'
    Materiali: Legno e pasta vitrea
    Misure: cm 19 x 19 x 2,5

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    Un po' di storia
    Il Seejeh è un gioco egiziano per due giocatori molto antico, le cui origini sono incerte, e che tuttavia nel corso del XIX sec. veniva ancora giocato dai beduini, i nomadi del deserto, pertanto le regole sono note.

    Sono state ritrovate delle tavole del Seejeh incise sulla pietra di diversi templi egizi risalenti al 1300 a.C., purtroppo non c’è modo di sapere se queste incisioni siano state fatte dagli operai all’opera durante la costruzione di detti templi o in epoche più tarde.

    Questo gioco, dicevamo, essendo molto antico presenta alcune variazioni nel nome e nelle regole dovute al trascorrere del tempo. Altri nomi con cui questo gioco è noto sono: Seega e Sija, per esempio, e denotano anche l’area di diffusione del gioco, che andò dal nord Africa al Medio Oriente.

    Il Seejeh veniva giocato soprattutto dai poveri e dai nomadi egiziani, non aveva una tavola di gioco o pezzi ricercati come altri giochi antici come il Senet, il gioco delle 20 caselle, il Mehen o il Cani e sciacalli, tutti giochi, questi, praticati per lo più dai ricchi e dai faraoni. Per giocare a Seejeh, invece, i contadini o i beduini incidevano la pietra o la disegnavano sulla sabbia e usavano sassi di due colori diversi.

    Una cosa che si nota dalle iscrizioni è che mentre i nobili e i ricchi giocavano molto d’azzardo, i poveri preferivano praticare giochi di strategia privi della componente casuale.

    Le regole giunte fino a noi sono state tramandate oralmente dai tempi antichi nelle popolazioni beduine egiziane e tra i contadini; vennero osservate e annotate nel XIX sec. da Edward William Lane, un arabista inglese che soggiornò a lungo in Egitto negli anni ’20 e ’30 dell’Ottocento.

    Al termine dei suoi viaggi, Lane pubblicò il saggio “An account of the manners and customs of the modern Egyptians”, nel quale descrisse le regole di gioco del Seejeh e di molti altri giochi, tuttavia pur registrando anche alcune strategie, non le comprese. Un’analisi strategica del gioco venne fatta a fine secolo, nel 1890, da H. Carrington Bolton nel suo articolo “Seega, an Egyptian game”, ma difettava di uno studio delle regole di gioco. Infine, nel 1892, Edward Falkener combinò entrambi i lavori nel suo libro “Game ancient and oriental, and how to play them” che rese definitivamente popolari in Europa e nel mondo occidentale molti giochi antichi.

    Dai vari scavi archeologici e dagli studi antropologici effettuati nel corso del XIX e del XX secolo sono stati rinvenuti piani di gioco del Seejeh di diverse dimensioni: 5x5, 7x7 e anche 9x9. Di conseguenza varia il numero di pedine totali, rispettivamente: 24, 48 e 80, divise in due colori.

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